Prevenire e curare l’Alopecia

Il problema del diradamento dei capelli che può portare alla calvizie è fortemente diffuso e può dipendere da molteplici cause, che è importante individuare per poter procedere con la soluzione.

Un intervento tempestivo e appropriato allontana anche di molti anni il rischio di caduta.

 

Anche se pochi lo notano, il nostro corpo è completamente rivestito di peli, ad eccezione del palmo delle mani e dei piedi. L’insieme di tutti i finissimi e corti peli così come di quelli più spessi e consistenti rappresenta per il nostro corpo una fonte di protezione da agenti esterni. La degradazione della quantità di capelli e peli ed il loro progressivo diradamento viene definito alopecia. L’alopecia, oltre alle conseguenze fisiche, può provocare problemi psicologici. È il cuoio capelluto ad esserne maggiormente interessato.

 

Esistono varie forme di alopecia, ma la più conosciuta è l’alopecia androgenetica, dovuta a un eccesso di DHT (dildrotestosterone, ormone dannoso per il follicolo pilifero), caratterizzata dalla perdita dei capelli in corrispondenza delle zone frontali e superiori del capo. Il disturbo colpisce soprattutto gli uomini e può anche svilupparsi molto presto, durante la maturazione sessuale.

 

Anche le donne, tuttavia, possono essere colpite dall’alopecia, specie quando subentra la menopausa. Il capello perde prima vigore, lo stelo si assottiglia, la chioma è meno brillante, poi gli steli iniziano a spezzarsi ed i capelli a cadere. Vi sono, poi, l’alopecia areata, che si manifesta con chiazze prive di capelli, localizzate in diverse regioni del cuoio capelluto o anche nelle zone del viso virile, che, nella maggioranza dei casi, sono ricoperte dalla barba; l’alopecia psicogena o da stress e tipi di alopecia cicatriziali, caratterizzate da definitiva perdita dei follicoli piliferi. Le cause sono, per lo più, ormonali ed alimentari. L’alopecia, infatti, può essere provocata da livelli anomali di testosterone, squilibrio del sistema immunitario, disfunzioni della tiroide, dell’ipofisi o delle ghiandole surrenali con conseguente diminuzione della stimolazione dei peli del tronco e progressivo indebolimento del follicolo dei capelli fino a determinarne la scomparsa.

 

A prescindere da fattori ereditari o ormonali, i capelli, così come le unghie, risentono molto della qualità dell’alimentazione.

 

I tossici assunti con la dieta occidentale, eccessivamente ricca di proteine, zuccheri, acidi e grassi animali, ma carente di vitamine e minerali, vanno ad indebolire il nostro organismo. Come terapia attualmente soltanto due medicinali sono stati approvati dalla FDA per il trattamento di questa condizione. Il primo, il minoxidil, viene utilizzato per uso topico, è più efficace nell’area del vertice.

 

Il secondo, chiamato finasteride, viene assunto per via orale e combatte l’alopecia androgenetica impedendo l’azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi di tipo 2.

 

In entrambi i casi il trattamento non può dimostrarsi efficace prima di un certo intervallo di tempo (in genere occorrono almeno 3-6 mesi). Tali farmaci possiedono una certa efficacia, quando la calvizie androgenetica si trova ancora in uno stadio intermedio.

 

È tuttavia possibile intervenire con preparati fitoterapici contenenti Cisteina, da assumere quotidianamente, che aiutano a rinforzare, aumentare il diametro e la densità dei capelli, rallentandone la caduta; Biotina, vitamina B7, che ha il ruolo di ottimizzare l’utilizzazione da parte dell’organismo degli acidi grassi e rende la cute del cuoio capelluto meno grassa diminuendo desquamazione e migliorando la struttura dei capelli. Vi sono, poi, integratori a base di semi di zucca; assunti per bocca, completano l’azione fitoterapica diretta sul cuoio capelluto.

 

Dr. Antonio Marinelli - farmacista

 

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